Classifica

I 5 libri più letti…


1

Buchi bianchi – Carlo Rovelli

Non lo so se l’idea che i buchi neri finiscano la loro lunga vita trasformandosi in buchi bianchi sia giusta. È il fenomeno che ho studiato in questi ultimi anni. Coinvolge la natura quantistica del tempo e dello spazio, la coesistenza di prospettive diverse, e la ragione della differenza fra passato e futuro. Esplorare questa idea è un’avventura ancora in corso. Ve la racconto come in un bollettino dal fronte. Cosa sono esattamente i buchi neri, che pullulano nell’universo. Cosa sono i buchi bianchi, i loro elusivi fratelli minori. E le domande che mi inseguono da sempre: come facciamo a capire quello che non abbiamo mai visto? Perché vogliamo sempre andare a vedere un po’ più in là…?

 

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2

La vita intima – Niccolò Ammaniti

Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto. Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti. Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.

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3

V13. Cronaca-giudiziaria – Emmanuel Carrère

Scandito in tre parti – «Le vittime», «Gli imputati», «La corte» –, V13 raccoglie, rie­laborati e accresciuti, gli articoli (apparsi a cadenza settimanale sui principali quoti­diani europei) in cui Emmanuel Carrère ha riferito le udienze del processo ai compli­ci e all’unico sopravvissuto fra gli autori de­gli attentati terroristici avvenuti a Parigi il 13 novembre 2015 – attentati che, tra il Ba­taclan, lo Stade de France e i bistrot presi di mira, hanno causato centotrenta morti e oltre trecentocinquanta feriti. Ogni mat­tina, per quasi dieci mesi, Carrère si è se­duto nell’enorme «scatola di legno bian­co» fatta costruire appositamente e ha a­scoltato il resoconto di quelle «esperienze estreme di morte e di vita» – le testimo­nianze atroci di chi ha perduto una perso­na cara o è scampato alla carneficina stri­sciando in mezzo ai cadaveri, i silenzi e i balbettii degli imputati, le parole dei ma­gistrati e degli avvocati –, e lo ha racconta­to, come solo lui sa fare, senza mai scivola­re nell’enfasi o nel patetismo, e riuscendo a cogliere non solo l’umanità degli uni e degli altri (sconvolgente, ammirevole o a­bietta che fosse), ma anche, talvolta, la qua­si insostenibile ironia dei discorsi e delle situazioni. Da questo viaggio al termine dell’orrore e della pietà, da questo grovi­glio di ferocia, di fanatismo, di follia e di sofferenza, Carrère sa, fin dal primo gior­no, che uscirà cambiato – così come uscirà cambiato, dalla lettura del suo libro, cia­scuno di noi.

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4

La fortuna. Blackwater – McDowell Michael

1946. Come un organismo vivente, la famiglia Caskey si sviluppa e si trasforma. Alcuni affrontano la morte, altri accolgono la vita: tra riavvi¬cinamenti inattesi, rancori sordi e separazioni inevitabili le relazioni si evolvono. Ormai a capo della segheria e punto di riferimento del clan, Miriam lavora instancabilmente per rendere i Caskey sempre più ricchi. Una scoperta sorprendente e miracolosa – eccetto che per una persona – distribuirà la ricchezza anche in città. Ma sarà sufficiente questa improvvisa fortuna, ora che la natura reclama il suo debito?

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5

Il sorriso di Caterina. La madre di Leonardo – Carlo Vecce

Caterina è una ragazza selvaggia, nata libera, come il vento. Corre a cavallo sugli altopiani del Caucaso, ascolta le voci degli alberi, degli animali, degli dèi e degli eroi. Il suo è un popolo al di fuori del tempo; la sua lingua, la più antica e incomprensibile del mondo. Poi, un giorno, improvvisamente, viene trascinata con violenza nella Storia. Catturata alla Tana, l’ultima colonia veneziana alla foce del Don, inizia un viaggio incredibile per il Mar Nero e il Mediterraneo. Vede le cupole d’oro di Costantinopoli alla vigilia della conquista turca, vede Venezia sorgere dalle acque come in un sogno, e infine Firenze nello splendore del Rinascimento. Ma non è un viaggio di piacere. Caterina è una schiava, una cosa. La sua esistenza si intreccia ora con quella di pirati, soldati, prostitute, altre schiave come lei, avventurieri e mercanti, uomini e donne che l’hanno comprata, rivenduta, affittata. La sua storia è grande e liquida e mobile come il mare che lei ha attraversato. La storia di una ragazza a cui qualcuno ha rubato tutto, il corpo, i sogni, il futuro, ma lei è stata più forte, da sola ha percorso le strade del mondo senza avere paura, ha sofferto, ha lottato, ha amato, ha riconquistato la sua libertà, e la dignità di essere umano. Uno dei figli che ha messo al mondo quando era ancora schiava, Caterina l’ha amato più della sua vita. E sa che lui l’ha amata allo stesso modo, anche se non ha mai potuto dirglielo, non ha mai potuto chiamarla mamma, e lei doveva fingere che non fosse suo figlio. La sua felicità è stata dargli tutto quello che aveva: il suo infinito amore per la vita, per le creature e per la libertà. Il nome di quel bambino, lo conosciamo tutti. Era Leonardo. Anche a noi Caterina dona gioia e libertà, ma ci chiede molto in cambio. Svegliarci, come da un lungo sonno senza sogni. Aprire gli occhi. Capire che la sua non è la storia di un passato lontano e favoloso. È la storia di oggi: di una straniera al gradino più basso della scala sociale e umana, di una donna scesa da un barcone e venuta da chissà dove, senza voce né dignità. Per questo bisogna raccontarla. Per Caterina. Per le sue sorelle che muoiono nel mare che lei ha varcato, e che soffrono intorno a noi.

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